Piccolo anetodo per riflettere
In questi anni spesso mi sono ritrovata di fronte piccole donne e uomini che guardandomi dritta negli occhi, con tono fermo e deciso ,esclamavano:<<IO NON SONO I MIEI GENITORI>>, <<IO NON VOGLIO DIVENTARE COME MIA MADRE O MIO PADRE>>
Un freddo gelido ha attraversato la mia carne dinanzi ad espressioni forti, decise, ma soprattutto ragionate; SI sono ragionate! Alle mia successiva domande :<<Perchè dici questo?>>quegli sguardi cambiavano, diventavano teneri, il tono di voce si abbassava, le mani s'intrecciavano, il capo si chinava ed il corpo si abbandonava , l'espressione diventava di rassegnazione ed iniziavano lunghi racconti di episodi, dettagli sulla quale era palese che ci avevano meditato e giunti ad una conclusione!
Al mio chiedere se avevano provato a comunicare con i loro genitori e viceversa le risposte erano ancora più agghiaccianti ed esprimevano imbarazzo; ci avevano provato, eccome se l'avevano fatto! Ma di fronte si sono ritrovati genitori egoisti che non facevano altro che ricordargli quello che Loro avevano subito e pertanto si meritavano felicità e serenità e di vivere la loro vita! E quella dei figli quando arriva? Tra il mare in tempesta, in naufragio e la rinascita di un genitore, i figli dove sono collocati? Chi supporta i figli? Chi gli dedica ascolto, compassione, amore? NESSUNO! Sono abbandonati a se stessi, crescendo troppo in fretta accumulando errori, fallimenti e non sapere come trovare una via di uscita perchè le figure di riferimento sono morte seppur fisicamente presenti. Dovremmo riflettere di più!
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